Secondo Hall (1969) un importante aspetto della comunicazione non verbale è costituito dalla gestione dello spazio che qualificherebbe la dinamica delle interazioni sociali. La teoria dell'attaccamento, ponendo l’enfasi sulle relazioni sperimentate durante la prima infanzia tra il caregiver e il piccolo, dà conto dello sviluppo delle capacità di codifica e decodifica dei messaggi non verbali alla base della regolazione della distanza interpersonale, come evidenziato nel corso del primo anno di vita nella Strange Situation. Tale approccio, prevedendo la formazione di modelli operativi interni, può spiegare le propensioni individuali nel ricercare o evitare la prossimità interpersonale anche in età adulta, ambito nel quale le evidenze empiriche rimangono ancora esigue. Si è voluto indagare l’effetto dei modelli mentali nella gestione e regolazione del distanza interpersonale quando ci si rapporta con gli altri durante le interazioni sociali. Si è ipotizzato che i soggetti sicuri fossero coloro che ricercassero e conservassero di più un giusto equilibrio tra distanza e vicinanza nelle interazioni sociali; che gli insicuri-evitanti fossero più orientati a mettere in atto strategie - disattivanti - di mantenimento della distanza, allontanandosi nel momento in cui il proprio spazio interpersonale venisse invaso; che gli insicuri-ambivalenti tendessero a ridurre la distanza con gli altri, avvicinandosi e riducendo sensibilmente il proprio spazio interpersonale. Metodo: I partecipanti alla ricerca erano 54 studentesse universitarie di età compresa tra i 20 e i 34 anni. La misura dei modelli mentali è stata effettuata con l’Experience in Close Relationships. La misurazione della distanza interpersonale e dei comportamenti non verbali correlati è stata effettuata videoregistrando, e successivamente analizzando, le interazioni spaziali dei partecipanti con due sperimentatori intenti nello svolgimento in gruppo di un compito cognitivo. Risultati: Sono emerse differenze significative, in linea con le ipotesi formulate, nelle modalità non verbali impiegate nell’affrontare il compito e nel gestire lo spazio tra soggetti sicuri (n=29), ambivalenti (n=12) ed evitanti (n=13); nello specifico nei comportamenti di allontanamento e aumento della distanza (F=11.8; p<.001), nei comportamenti tendenti alla stabilità e al mantenimento della vicinanza (F =12.8; p <.001); nei comportamenti di avvicinamento e di diminuzione volontaria della distanza (F=5.3; p <.01); nel numero di contatti oculari attuati dai partecipanti verso almeno una sperimentatrice (F= 15.9; p <.001); nel numero di interazioni non verbali volte a coordinare il compito con le sperimentatrici attraverso i gesti (F= 3.2; p < .05). Conclusioni:I risultati emersi sembrano mettere in luce come le relazioni di accudimento esperite in infanzia, costituendo i modelli operativi interni, influenzano lo sviluppo delle modalità di regolazione dello spazio interpersonale e dell’interazione sociale.
L’impatto dei modelli mentali dell’attaccamento sulla comunicazione non verbale in giovani adulte / Toni, A.; Di Pentima, L.. - (2018), pp. 246-246. (Intervento presentato al convegno XXXI Congresso Nazionale dell’AIP, Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione tenutosi a Torino).
L’impatto dei modelli mentali dell’attaccamento sulla comunicazione non verbale in giovani adulte
Toni A.;Di Pentima L.
2018
Abstract
Secondo Hall (1969) un importante aspetto della comunicazione non verbale è costituito dalla gestione dello spazio che qualificherebbe la dinamica delle interazioni sociali. La teoria dell'attaccamento, ponendo l’enfasi sulle relazioni sperimentate durante la prima infanzia tra il caregiver e il piccolo, dà conto dello sviluppo delle capacità di codifica e decodifica dei messaggi non verbali alla base della regolazione della distanza interpersonale, come evidenziato nel corso del primo anno di vita nella Strange Situation. Tale approccio, prevedendo la formazione di modelli operativi interni, può spiegare le propensioni individuali nel ricercare o evitare la prossimità interpersonale anche in età adulta, ambito nel quale le evidenze empiriche rimangono ancora esigue. Si è voluto indagare l’effetto dei modelli mentali nella gestione e regolazione del distanza interpersonale quando ci si rapporta con gli altri durante le interazioni sociali. Si è ipotizzato che i soggetti sicuri fossero coloro che ricercassero e conservassero di più un giusto equilibrio tra distanza e vicinanza nelle interazioni sociali; che gli insicuri-evitanti fossero più orientati a mettere in atto strategie - disattivanti - di mantenimento della distanza, allontanandosi nel momento in cui il proprio spazio interpersonale venisse invaso; che gli insicuri-ambivalenti tendessero a ridurre la distanza con gli altri, avvicinandosi e riducendo sensibilmente il proprio spazio interpersonale. Metodo: I partecipanti alla ricerca erano 54 studentesse universitarie di età compresa tra i 20 e i 34 anni. La misura dei modelli mentali è stata effettuata con l’Experience in Close Relationships. La misurazione della distanza interpersonale e dei comportamenti non verbali correlati è stata effettuata videoregistrando, e successivamente analizzando, le interazioni spaziali dei partecipanti con due sperimentatori intenti nello svolgimento in gruppo di un compito cognitivo. Risultati: Sono emerse differenze significative, in linea con le ipotesi formulate, nelle modalità non verbali impiegate nell’affrontare il compito e nel gestire lo spazio tra soggetti sicuri (n=29), ambivalenti (n=12) ed evitanti (n=13); nello specifico nei comportamenti di allontanamento e aumento della distanza (F=11.8; p<.001), nei comportamenti tendenti alla stabilità e al mantenimento della vicinanza (F =12.8; p <.001); nei comportamenti di avvicinamento e di diminuzione volontaria della distanza (F=5.3; p <.01); nel numero di contatti oculari attuati dai partecipanti verso almeno una sperimentatrice (F= 15.9; p <.001); nel numero di interazioni non verbali volte a coordinare il compito con le sperimentatrici attraverso i gesti (F= 3.2; p < .05). Conclusioni:I risultati emersi sembrano mettere in luce come le relazioni di accudimento esperite in infanzia, costituendo i modelli operativi interni, influenzano lo sviluppo delle modalità di regolazione dello spazio interpersonale e dell’interazione sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.